GiovanniLa Maison francese Hermès ha ufficialmente comunicato la decisione di bloccare temporaneamente la sua espansione retail in Cina: almeno fino a fine 2016 non sono previste aperture di nuovi punti vendita. L’annuncio è stato fatto in corrispondenza con l’inaugurazione del punto vendita di 800mq a Chengdu – città del sud-est con una popolazione di 14 milioni di abitanti.
La boutique di Chengdu si colloca all’interno dell’avveniristico complesso commerciale The Village, molto simile al famoso centro commerciale all’aperto di Sanlitun di Pechino. Uno spazio orizzontale su due piani che è stato pianificato e finanziato al picco dell’espansione del mercato cinese, che resterà per almeno un paio di anni l’ultimo investimento retail nel paese, in conseguenza della crisi nella domanda di prodotti di lusso e del rallentamento a livelli più sostenibili del mercato. La crescita record registrata nel periodo 2007-2012 è ormai un ricordo, i marchi del lusso si dovranno abituare ad affrontare la Cina come un mercato mediamente maturo la cui domanda si fa sempre più oculata e alla ricerca di una dimensione esperienziale.
Dopo il 2016 la maison Hermès si stabilizzerà su un ritmo di espansione di una apertura per anno, orientandosi su location selezionate con una attenzione dedicata sempre più alla creazione di spazi VIP e servizi unici, con l’obiettivo principale di elevare l’esperienza di marca. Nel mercato globale del lusso con una clientela sempre più internazionale ed abituata a viaggiare ,i marchi non possono concentrare la loro presenza nel retail inflazionando le aperture su certi mercati, come ad esempio la Cina, così facendo rischierebbero di danneggiare la propria percezione di esclusività e al contempo non riuscirebbero a garantire la giusta redditività dei punti vendita.
Hermès, azienda da sempre molto attenta alle evoluzioni dei mercati sui quali e’ presente, intende così allinearsi con adeguato anticipo alla tendenza futura del retail di lusso sul mercato cinese. Ecco quindi l’evoluzione delle boutique che si trasformano in spazi espositivi nei quali il lusso viene legittimato come arte e mestiere d’eccellenza, dove e’ sempre più’ labile la linea di demarcazione tra spazio retail ed esperienza di lifestyle. Investimenti in nuove tecnologie per rendere lo storytelling più vicino a quello che la clientela e’ abituata a scoprire tramite i social media e i nuovi devices.
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Un ruolo centrale viene poi attribuito ai servizi Vip che diventano sempre più esclusivi, puntando sull’offerta di prodotti in limited editions e sulla riscoperta del rapporto umano con la cliente. Paradossalmente avviene che in un mondo dove la clientela e’ iper-connessa ma al contempo dove i rapporti sono spesso spersonalizzati, riacquista grande importanza l’emozione live del sentirsi unici e privilegiati, coccolati nelle sapienti mani dei marchi di lusso.
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