Calo acquisti Travel Retail di clientela cinese

calo travel retail daigou
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Il report di Global Blue Tax Free – soggetto privato che si occupa di recuperare le imposte al consumo dovute ai cittadini stranieri non soggetti a imposizione fiscale- sul primo trimestre del 2016 ha evidenziato un generalizzato trend di decremento importante negli rimborsi (e quindi degli acquisti) a favore dei consumatori Cinesi. Si tratta di un trend negativo generalizzato che colpisce Europa (Francia -29%, Italia -21%, Gran Bretagna -18%) e Singapore (-15%) ma risparmia Corea del Sud (+2%) e Giappone (+14%). Il fenomeno può essere attribuito a diversi fattori che andremo ad analizzare.

Global blue tax free
Global blue tax free

In primis l’impatto negativo che gli attentati di Parigi e Bruxelles hanno avuto sul turismo in generale: i turisti cinesi sono molto sensibili alle ripercussioni degli attacchi terroristici sulla sicurezza (vedi articolo impatto attentato Charlie Hebdo sulle vendite saldi 2015 a Parigi). Il fattore emozionale indotto dagli attacchi terroristici è stato attribuito anche dal gruppo LVMH come causa della regressione delle vendite sul mercato francese nel primo trimestre del 2016 (per la prima volta nella sua storia il gruppo ha dichiarato crescite organiche pari perimetro flat). Indubbiamente la componente psicologica che porta a scegliere destinazioni Europee piuttosto che Statunitensi o del Sudest Asiatico è fortemente minacciata dalla pubblicità negativa connessa ai rischi terrorismo in atto sui social media media.

Shenzen airport duty free
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Altro fattore che ha contribuito al declino dello shopping dei turisti stranieri in Occidente è sicuramente il trend in atto a livello generale nella industry che sta portando all’allineamento dei prezzi proposti al pubblico per i prodotti di lusso dei brands occidentali. Le differenze nei prezzi retail praticati a svantaggio della clientela asiatica, che nell’ultimo decennio hanno spinto il boom retail di lusso delle catene retail Europee e Statunitensi, sono in fase di attenuazione e normalizzazione a favore di una strategia più in linea coi tempi: una clientela globale non può più tollerare certi divari nei markup retail. Fino all’anno scorso i listini sellout tra Occidente e Far East arrivavano a toccare punte di divario del 70% (per alcuni brands anche di più) mentre oggi il differenziale medio è sceso al 40-50% e punta ad attestarsi su un 20-25% nei prossimi anni.

 

Nel medio-lungo periodo, ridurre i divari di prezzo sui mercati porterà automaticamente a risolvere una serie di disallineamenti collaterali che minano le fondamenta del settore: combattere in maniera più efficace il mercato della contraffazione, eliminare quasi completamente il mercato parallelo spinto dai “daigou” (vedi articolo) e, di conseguenza, ridurre il bisogno di ricorrere ad acquisti “travel retail” fatti dagli stranieri durante i viaggi all’estero.

 

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