Aston Martin è un nome che tutti conoscono, si tratta infatti della casa automobilistica inglese celebre per essere la fornitrice delle più famose auto guidate da James Bond, il personaggio cinematografico dell’Agente 007. Dopo il cambio di proprietà e management avvenuto lo scorso anno a seguito dell’ingresso nell’azionariato del fondo Investindustrial e di Amg Mercedes, si sta delineando più chiaramente la strategia di rilancio del celebre marchio.
Con la vendita del brand avvenuta da parte di Ford nel 2007, prima mossa dello smantellamento del Ford Premium Automotive Group seguita poi dalla cessione di Jaguar Land Rover, la nuova proprietà formata da investitori finanziari del Kuwait si è trovata a gestire dopo solo appena un anno le devastanti ed impreviste conseguenze della crisi post Lehman.In breve tempo le difficoltà hanno sopraffatto le disponibilità economiche oltre che le capacità manageriali del gruppo proprietario, l’azienda si è così negli ultimi anni limitata a sopravvivere, senza avere i mezzi per beneficiare della ripresa del mercato dei marchi premium ormai in corso da alcuni anni.
Del resto la storia centenaria del celeberrimo marchio, è stata sempre caratterizzata da un’esistenza molto tormentata soprattutto finanziariamente, ma non solo. A parte il periodo di tranquillità durato per 11 anni sotto la proprietà e gestione da parte di Ford, dove il marchio ha subito una costosa metamorfosi industriale uscendo dalla stentata dimensione artigianale che lo aveva sempre caratterizzato, l’azienda non ha comunque mai prodotto durante la sua esistenza risultati economici che fossero pari alla notorietà raggiunta dal brand.
La nuova proprietà di Investindustrial è solitamente abituata a fare investimenti di successo e soprattutto profittevoli, vedi a tale proposito l’esempio del rilancio di Ducati e dell’attuale scalata a ClubMed, quindi dobbiamo aspettarci un periodo che probabilmente non sarà breve ma dedicato ad un deciso rilancio del brand.
Per iniziare, il primo intervento che è stato messo in cantiere dopo l’indispensabile accordo di partnership tecnica con Amg Mercedes, è l’ampliamento ed ammodernamento dello storico stabilimento di Gaydon così da potere ospitare un incremento di 250 unità nel personale dell’azienda. I reparti interessati dall’ampliamento che verrà completato entro il prossimo anno, saranno soprattutto le strutture dedicate all’ R&D, ma anche la logistica e la produzione. Non si deve nascondere che si tratta anche di una mossa molto importante sul fronte dell’immagine aziendale nei confronti del pubblico e dei media britannici, oltre che delle istituzioni.
Vi è infatti la necessità di comunicare l’effettiva volontà da parte della nuova proprietà di pervenire ad una riscossa industriale del marchio, rinnovando profondamente la gamma ed ammodernando il know-how tecnologico dell’azienda, al contempo però consolidando ed evidenziando maggiormente la caratterizzazione 100% British Made delle vetture prodotte a Gaydon.
Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, c’è anche la necessità di porre rimedio al pesante danno di immagine per il prestigio del brand, che è stato determinato dal richiamo di 17590 vetture prodotte anni fa. Quello che è più grave e francamente inaccettabile, è che il richiamo sia a seguito del difetto riscontrato ad un componente meccanico di produzione cinese. Si tratta di un tipo di forniture, quelle provenienti dal paese asiatico, completamente fuori luogo per un marchio di prestigio come Aston Martin, scelte che anche in tempi di globalizzazione spinta come gli attuali nessuno si sarebbe immaginato.
Chi compra una vettura del marchio britannico si aspetta il massimo della tecnologia e della produzione Made in England, non sono ammesse contaminazioni che non siano almeno di pari livello e prestigio, oggettivamente non risulta che sul mercato cinese vi siano fornitori di componentistica di prestigio comparabile ad Aston Martin. E’ quindi oltremodo opportuno rimarcare, anche con sostanziosi investimenti sul territorio, la produzione made in Gaydon Warwickshire England.